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- Stefania Nusca
La surgelazione, ovvero il processo industriale di raffreddamento ultra rapido fino a temperature di circa -30°C, sostanzialmente non modifica le qualità nutritive degli alimenti ma non sempre ne mantiene il sapore. I micro cristalli di ghiaccio che si formano dall’acqua presente naturalmente nell’alimento non ne danneggiano la struttura cellulare (come invece accade nel congelamento, quello che possiamo fare nelle nostre case) mantenendo così i nutrienti nella maggioranza dei casi.
Spesso verdure surgelate subito dopo la raccolta hanno maggiore potere nutritivo di quelle fresche: i processi di ossidazione che iniziano dal momento della raccolta portano alla perdita di gran parte delle vitamine, fenomeno che continua anche quando l’alimento è conservato in frigorifero. È però fondamentale rispettare i tempi di conservazione nel congelatore. In particolare attenzione ai pesci ricchi in grassi polinsaturi, come salmone e sgombro, che se conservati oltre 4/6 mesi possono irrancidire.
Anche il giusto scongelamento determina la qualità dell’alimento: il modo migliore è in frigorifero, permettendo uno scongelamento graduale che limita la perdita di nutrienti. Una volta scongelati, gli alimenti non possono essere nuovamente congelati e devono essere consumati entro breve termine.
Perché rivolgersi al Nutrizionista
Nel mondo moderno che pone sempre più ostacoli tra noi ed il mantenimento di un buono stato di salute, migliorare lo stile alimentare quotidiano è il supporto maggiore che possiamo dare al nostro corpo per garantirgli il benessere e allungare l’aspettativa di vita.
La terapia nutrizionale non consiste semplicemente nello stabilire ciò e quando è più indicato mangiare, cosa fare o non fare per perdere peso. Obbiettivo del mio lavoro è guidare la persona verso una dieta più idonea alle diverse esigenze del corpo che cambiano nel corso della vita, dalla buona crescita del bambino fino al miglioramento della salute dell’anziano, ottimizzandola in base alle caratteristiche individuali.
Innumerevoli sono le condizioni mediche (colesterolo e trigliceridi alti, diabete, ipertensione, obesità…) in cui la dietoterapia è un supporto fondamentale alle terapie farmacologiche. Persino piccoli fastidi con cui abbiamo imparato a convivere quotidianamente, come mal di testa, stanchezza cronica, gonfiore, alterazioni della pelle, possono essere segni di uno squilibrio dello stato nutrizionale che richiede uno specifico intervento.
Ma trattare di nutrizione è molto più che conoscere gli alimenti da saper consigliare (o non) in base alle singole esigenze. Spesso la dieta non è sufficiente e, per quanto possa essere calibrata sui fabbisogni della persona, non avrà successo se impossibile da seguire. Solo considerando la persona come un insieme di corpo, mente ed emozioni sarà possibile ottenere risultati duraturi nel tempo. È quindi necessario individuare i fattori che permettono di mantenere alta la motivazione al cambiamento, adattare la dieta in base allo stile di vita quotidiano, ai gusti e alle preferenze, senza pretendere impossibili stravolgimenti, individuare gli obiettivi realmente perseguibili e guidare la persona passo dopo passo nello sviluppo delle conoscenze e capacità necessarie per raggiungerli.